Cani maleducati o disregolati?

Spesso incontriamo cani che i Conviventi Umani ci presentano come maleducati, che non riescono a controllarsi, che manifestano comportamenti fuori contesto e dai quali è impossibile farsi ubbidire. Per questi cani è necessario chiedersi se si tratta di cani maleducati o disregolati, ma che significa?

Capire il funzionamento dello stato di attivazione emozionale

Lo stato di attivazione emozionale, Arousal, anche per i nostri cani si muove verso l’alto ed il basso in base alle situazioni percepite come più o meno attivanti, determinando stati di agitazione e calma.
Finché l’Arousal fluttua all’interno della finestra di tolleranza le fluttuazioni sono fisiologiche e il soggetto non le vivrà con sofferenza. Quando, invece, l’attivazione esce dalla finestra di tolleranza, sia in termini di iper-Arousal che di ipo-Arousal, e le strategie di regolazione che il soggetto metterà in atto non saranno efficaci, si parla di dis-regolazione, uno stato di forte malessere anche se sostenuto inizialmente da emozioni piacevoli.
Nella disregolazione il Sistema Nervoso Simpatico permane in uno stato di attivazione/difesa impedendo alle vie del sistema Ventro-Vagale di riportare il soggetto ad uno stato di equilibrio psico-fisico.

Caratteristiche dei cani che soffrono di disregolazione

I cani che soffrono di disregolazione hanno basse capacità di chiedere aiuto, spesso sono conflittuali o evitanti nei confronti degli altri anche se famigliari.
La solitudine sembra essere una condizione psicologica che frequentemente riscontriamo e che aggrava il quadro in quanto peggiora gli stati di allerta verso la minaccia. Non consideriamo più la solitudine come una condizione fisica legata alla presenza o assenza del proprietario, ma una condizione psicologica dell’individuo che si percepirà frequentemente infelice e in pericolo, senza vie d’uscita.
Lo stare insieme, lo stare vicini per i mammiferi sociali è la condizione indispensabile per la sopravvivenza e favorisce lo sviluppo di meccanismi di co-regolazione reciproca favorendo senso di sicurezza. Il non riuscire ad entrare in connessione con gli altri favorisce lo sviluppo nei soggetti di stati di allerta con strategie relazionali caratterizzate da evitamento o conflittualità.

I vissuti traumatici relazionali, soprattutto se vissuti in giovane età, interrompono le capacità di sapersi mettere in connessione con gli altri impedendo la co-regolazione e lo sviluppo di resilienza. Un tono vagale basso, ipotonico, determina condizioni di ipervigilanza che alterano anche la percezione di ciò che accade; infatti, questi soggetti potrebbero interpretare come minacciosi segnali neutri e non riconoscere segnali di accoglienza. Non è raro che questi cani si scaglino contro persone che li guardano o gli rivolgono parola e che non riconoscano tutti i segnali riconducibili alla pacificazione.

Trasmutare la disregolazione costruendo il senso di appartenenza

È il sistema di ingaggio sociale ad essere in questi casi alterato o inefficace e sul quale sarà necessario operare. Tonificare questo sistema sarà indispensabile per costruire in questi cani il senso di sicurezza dato dal senso di appartenenza.
Il percorso per tutto il sistema famiglia verterà anche nell’aiutare i Conviventi Umani a diventare àncore Ventrovagali in grado di riconoscere le manifestazioni neurovegetative del cane disregolato con le sue oscillazioni e attivare le strategie di coregolazione attraverso: respiro, contatto visivo e/o uditivo, tatto con tocchi che tonifichino il sistema ventrovagale.
Tutti quei cani che a causa dei propri vissuti traumatici imparano ad autoregolarsi da soli smettono di cercare qualcuno ma il loro sistema nervoso non smette di averne bisogno e di desiderare co-regolazione. Ecco perché la capacità di “cavarsela da soli” genera individui non solo deficitari nelle relazioni ma anche soggetti in sofferenza.

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