L’inizio di un viaggio è un momento d’attesa carico di emozione dove ognuno fa i conti con le proprie debolezze rispetto alle aspettative e il non sapere ciò che accadrà.
Il nostro viaggio è iniziato sabato 14 gennaio 2017 e a me spetta il ruolo di mettere in acqua questa nave.
Lo faccio spiegando come è nato questo progetto e motivando le scelte che sono state fatte per strutturarlo al meglio.
L’obiettivo è un percorso breve ma intenso, incisivo, ricco di contenuti, fortemente improntato sulla pratica e che segua l’approccio sistemico relazionale multidisciplinare.
Ore 10.00 Iniziamo!
Il dott. Raimondo Colangeli è il protagonista del nostro primo modulo e la sua presenza porta lustro a questo nostro progetto.
Raimondo si dedicherà alla parte introduttiva del corso, offrendoci la sua competenza, la sua esperienza e la sua simpatia (le risate hanno caratterizzato questo week end).
Inizia dandoci la sua visione della visita comportamentale. La collaborazione con l’istruttore cinofilo è un punto importante in una visione sistemica. Ogni professionista osserva da punti di vista differenti apportando il suo contributo alla comprensione del problema.
L’approccio sistemico è la via che anche lui ha deciso di percorrere per migliorare la qualità del suo lavoro.
Dalla visita comportamentale passa alla descrizione delle patologie del comportamento con una panoramica su quello che andremo a vedere nel dettaglio nei prossimi incontri. Ha la grande capacità di arricchire le sue spiegazioni con aneddoti e stralci di vita professionale e nonostante sia la parte più corposa della sua relazione, l’attenzione rimane sempre molto alta. Il tempo scorre troppo veloce e siamo un po’ in ritardo rispetto al programma.
Tutti svegli dalla mattina molto presto eppure restiamo inchiodati alle sedie, nessuno sembra voler perdersi una sola parola.
La giornata di sabato si conclude intorno alle 19:00, più tardi del previsto e ci diamo appuntamento al giorno successivo anticipando l’orario di inizio rispetto al programma, vogliamo più tempo per non rischiare di tralasciare nulla.
Domenica mattina arriviamo tutti puntuali (….o quasi) . Nell’aria si percepisce un clima più disteso e le facce sorridenti mi dicono che l’imbarazzo del giorno prima ha lasciato il passo alla voglia di conoscerci.
Si respira un’aria da viaggio di gruppo, la contaminazione sta prendendo forma.
Raimondo, nonostante un problema fisico, ricomincia con la solita energia, anche lui sembra più disteso e complice con la platea.
Ultima la parte sulle patologie che non aveva terminato il giorno prima e nonostante la sua difficoltà ha comunque voglia di scherzare. Inizia in un clima armonioso il complesso (sotto tutti i punti di vista) capitolo sui neurotrasmettitori.
So che chi non è medico farà fatica a seguire la relazione e so anche che l’argomento potrebbe portare a dei conflitti. Raimondo spiega tutto in modo semplice e anche grazie all’ausilio di filmati e metafore calzanti rende tutti partecipi. L’argomento, come mi aspettavo, rischia di portarci altrove, in questo momento sentiamo il divario tra medici e istruttori ma Attilio Miconi ci aiuta a non perdere di vista gli obiettivi. Tutti concordiamo per il rispetto del gruppo nella sua multidisciplinarietà.
L’ultimo argomento di questo entusiasmante week end sta per cominciare.
La stanchezza inizia a farsi sentire per tutti, ma il dottor Colangeli sa come tenere alta la nostra attenzione, non solo con momenti divertenti.
Con un doloroso spaccato di vita personale ci espone il concetto di resilienza e mentre rimaniamo in silenzio scorrono le immagini di una scena del film “il circo della farfalla”.
La luce si riaccende in sala e tutto appare familiare.
Nasce un applauso spontaneo: la commozione ci ha sorpresi! Alcuni si schiariscono la gola, altri hanno gli occhi lucidi, nessuno si muove né parla.
Raimondo sa che tipo di corde è andato a toccare, e ironizzando come suo solito ci autorizza a riprendere fiato.
E’ finito. Il primo week end di questo percorso si è concluso.
Attilio e Raimondo riprendono la via di casa, noi restiamo ancora un po’.
Sentiamo la necessità di uno scambio di emozioni e di idee.
La barca è in mano nostra. Sappiamo che sarà necessario il contributo di tutti per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.
La direzione da seguire ci è stata indicata con chiarezza, ma questa nave andrà governata e guidata, siamo in tanti…troveremo il modo di non sprecare l’occasione che ci siamo concessi.
Dott.ssa Federica Manunta